Non Lasciarmi

domenica, luglio 24, 2011 | , , | Bookmark and Share

Non Lasciarmi

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Description Non Lasciarmi

Alcuni ragazzi sfortunati vengono messi al mondo ed allevati per fornire riserve di organi. Vivono in un mondo e in un tempo che ci sembrano familiari, ma che in realtà non sono vicini a nulla che conosciamo. Quando lasciano il rifugio della scuola e la terribile verità del loro destino si rivela a loro, devono anche confrontarsi con i profondi sentimenti di amore, gelosia e tradimento che minacciano di separarli.

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Recensioni Non Lasciarmi da Utente

Recensione : Non Lasciarmi (DVD) L'idea di una vita a "termine" non è nuova nella letteratura e nel cinema di fantascienza. Ricordo, ad es., "La fuga di Logan" e "Blade runner", in cui i "replicanti" - al pari dei cloni del romanzo di Ishiguro e del film di Romanek - sono creati ad uso e consumo degli esseri umani. Ma stavolta i cloni sono fornitori di organi, che cominciano a vedersi asportare dopo i 25 anni di vita e difficilmente sopravvivono alla terza "donazione". La vicenda raccontata è semplice : tre ragazzi crescono assieme in una scuola per cloni, le due ragazze amano lo stesso ragazzo, tutti si ritrovano nella fase finale della loro vita. Quello che colpisce, e a molti disturba, è l'acquiescenza con cui vivono la prossima fine e il proprio destino di sacrificati. Tentano di chiedere un "rinvio", ma con moderata speranza. Perché? Perché quello che il film vuole rappresentare - con toni e colori coerenti con la rassegnazione dei personaggi - è la finitezza della condizione umana, alla cui appartenenza, effettivamente, non sembra molto sensato ribellarsi. Per i ragazzi di "Non lasciarmi" l'amicizia e l'amore sono ciò che da senso al destino di donatori e alla vita a termine. Non hanno famiglia, non posseggono nulla, non intraprendono nessuna attività. Si dedicano, per il tempo che hanno, esclusivamente a se stessi. Al di là della elegante "calligrafia", il film è stato severamente criticato perché non aggiunge nulla di specificamente cinematografico al racconto contenuto nel romanzo da cui è tratto. Si potrebbe protestare, sostenendo che una simile critica la meriterebbe una vasta schiera di film privi di anima e di stile, magari ben più smaccatamente tesi al frettoloso sfruttamento del successo di un libro. Qui la critica ha però senso proprio perché il film è il classico film "ben fatto", ma privo di un "punto di vista" rispetto al racconto che riproduce. A meno di non voler pensare che questo mancato posizionamento non voglia appunto collimare con il fatalismo che permea la situazione raccontata. La mancanza di pathos, ad es., non rende giustizia della ambiguità del titolo, che si riferisce all'amore fra i protagonisti, ma anche al loro perdere la vita e, prima di questa, le parti stesse del proprio corpo. Fra gli attori vedo spesso sottolineata la prova di Keira Knightley, ma personalmente sono stato piuttosto colpito dalla interpretazione, certo assai misurata, di Carey Mulligan.